Fotografie in Oberitalien: Die Sammlung Dietmar Siegert in der Neuen Pinakothek
Venedig übte aufgrund seiner Geschichte und einzigartigen Lage eine besondere Faszination auf Künstler und Reisende aus. Die durch die Romantik inspirierte Wiederentdeckung der politisch mittlerweile bedeutungslos gewordenen Stadt durch Dichter wie Lord Byron und August von Platen bescherte Venedig seit dem Beginn des 19. Jahrhunderts eine anhaltende Popularität. Mit John Ruskins "Stones of Venice" (1851/53) begann die Dokumentation der baulichen Substanz der Stadt, die dem Untergang geweiht schien – sei es durch den Verfall vieler Paläste, sei es durch unsachgemäße Restaurierungen.
Die frühe Fotografie spielte in diesem Prozess eine wichtige Rolle. Fotografen wie Jakob August Lorent (1813-1884), Domenico Bresolin (1813–1900) und Carlo Naya (1816-1882) dokumentierten in präzisen Aufnahmen einzelne Gebäude und architektonische Details. Bresolin begann als ausgebildeter Maler um 1850 zu fotografieren und schuf detailgenaue Ansichten von venezianischen Palästen und Kirchen. Ab den 1860er Jahren war Naya der bedeutendste in Venedig tätige Fotograf. Seine Aufnahmen spiegeln bereits das wachsende touristische Interesse an der Stadt wider.
In Verona war seit 1854 Moritz Lotze (1809-1890) als Fotograf tätig. Er hatte an der Dresdner Kunstakademie Malerei und Lithographie studiert und in München zusammen mit Franz Hanfstaengl bei Alois Löcherer die fotografischen Techniken erlernt. In Verona entstanden Aufnahmen der Bauten und Kunstdenkmäler sowie der Tor- und Befestigungsanlagen, die die strategische Bedeutung der Stadt unter venezianischer und österreichischer Herrschaft belegen
In Mailand wandte Luigi Sacchi (1805-1861) als erster Fotograf das Talbot’sche Negativ-Positiv-Verfahren an und stellte 1846 die ersten Abzüge nach Papiernegativen aus. Wie andere frühe Fotografen hatte auch Sacchi eine künstlerische Ausbildung absolviert und war als Maler und Zeichner tätig, bevor er zur Fotografie wechselte.
In Genua war es wiederum ein aus Deutschland zugewanderter Künstler, der ein über mehrere Generationen erfolgreiches Fotostudio etablierte. Wie Moritz Lotze hatte auch Alfred Noack (1833-1895) an der Dresdener Kunstakademie studiert und dort bei Hugo Bürkner die Holzschneidekunst erlernt. Seit 1861 lebte Noack in Genua, wo er neben Ansichten einzelner Gebäude zahlreiche Panoramen der Stadt sowie die Grabmäler des berühmten Cimitero di Staglieno aufnahm.
>> Diese Sammlung ist Teil der Sammlung "Fotografie in Italien: Die Sammlung Dietmar Siegert" im Bestand der Neuen Pinakothek und der Bayerischen Staatsgemäldesammlungen.
Versione in italiano
Fotografia nel Nord Italia: la collezione Dietmar Siegert alla Neue Pinakothek
Grazie alla sua storia e alla sua posizione unica, Venezia esercitava un fascino particolare su artisti e viaggiatori. La riscoperta della città, ormai politicamente insignificante, da parte di poeti come Lord Byron e August von Platen, ispirati dal Romanticismo, portò a Venezia una popolarità duratura fin dall'inizio del XIX secolo. Le "Pietre di Venezia" di John Ruskin (1851/53) segnarono l'inizio della documentazione della sostanza architettonica della città, che sembrava destinata alla distruzione, sia a causa della decadenza di molti palazzi che di restauri inadeguati.
La fotografia degli inizi svolse un ruolo importante in questo processo. Fotografi come Jakob August Lorent (1813-1884), Domenico Bresolin (1813-1900) e Carlo Naya (1816-1882) documentarono singoli edifici e dettagli architettonici in fotografie precise. Bresolin iniziò a fotografare come pittore qualificato intorno al 1850 e realizzò vedute dettagliate di palazzi e chiese veneziane. A partire dagli anni Sessanta del XIX secolo, Naya fu il più importante fotografo attivo a Venezia. Le sue fotografie riflettono già il crescente interesse turistico per la città.
Moritz Lotze (1809-1890) lavorava come fotografo a Verona dal 1854. Aveva studiato pittura e litografia all'Accademia di Dresda e aveva appreso le tecniche fotografiche a Monaco di Baviera insieme a Franz Hanfstaengl sotto la guida di Alois Löcherer. A Verona fotografa gli edifici e i monumenti artistici, nonché le porte e le fortificazioni, che dimostrano l'importanza strategica della città sotto il dominio veneziano e austriaco.
A Milano, Luigi Sacchi (1805-1861) fu il primo fotografo a utilizzare il processo negativo-positivo di Talbot e produsse le prime stampe da negativi di carta nel 1846. Come altri fotografi dell´inizio, anche Sacchi si era formato come artista e aveva lavorato come pittore e disegnatore prima di passare alla fotografia.
A Genova fu comunque un artista immigrato dalla Germania a creare uno studio fotografico di successo per diverse generazioni. Come Moritz Lotze, anche Alfred Noack (1833-1895) aveva studiato all'Accademia d'Arte di Dresda, dove aveva appreso l'arte della xilografia sotto la guida di Hugo Bürkner. Dal 1861 Noack visse a Genova, dove realizzò numerosi panorami della città, oltre a vedute di singoli edifici e delle tombe del famoso Cimitero di Staglieno.
>>Questa collezione fa parte de "Fotografia in Italia: la collezione di Dietmar Siegert" della Neue Pinakothek e delle Bayerische Staatsgemäldesammlungen.