Fotografie in Süditalien: Die Sammlung Dietmar Siegert in der Neuen Pinakothek
Neapel und Süditalien waren beliebte Reiseziele, deren Popularität im 19. Jahrhundert stetig zunahm. Neapel, eine der bevölkerungsreichsten Metropolen Europas, galt als Inbegriff des pulsierenden Lebens unter der südlichen Sonne Italiens. Inszenierte Alltagsszenen in den Gassen der Stadt, Aufnahmen von Straßenverkäufern und Lazzaroni wurden zu einer erfolgreichen Gattung der Souvenirfotografie. Die Umgebung Neapels war für ihre landschaftliche Schönheit berühmt. Die Fotografie schloss an die Tradition der Vedutenmalerei des 18. Jahrhunderts an und ersetzte sie zunehmend durch touristisch attraktive Souvenirbilder, die in großer Zahl produziert und somit auch für breitere Käuferschichten erschwinglich wurden.
Die frühesten Fotografien aus Neapel und Sizilien stammen von Reisenden wie den Briten Calvert Richard Jones (1804-1877) und George Wilson Bridges (1788-1863). Seit den 1850er Jahren ließen sich viele Fotografen dauerhaft in Neapel nieder. Das erfolgreichste Studio wurde 1857 von Giorgio Sommer (1834-1914) etabliert, der aus Frankfurt am Main stammte. In großen Kampagnen hat Sommer die Ausgrabungen in Pompeji dokumentiert sowie die Objekte des Archäologischen Nationalmuseums in Neapel, das die Funde aus den Vesuvstädten sowie die berühmten antiken Skulpturen der Sammlung Farnese beherbergt. Der aus Breslau gebürtige Robert Rive (1817-1868) ließ sich zusammen mit seinem Bruder Julius Rive (1828-1888) in den 1850er Jahren in Neapel nieder. Rive betrieb eines der ersten Fotostudios, das Aufnahmen aus allen Regionen Italiens produzierte, von der Lombardei bis nach Sizilien.
Wie die Tempel von Paestum gaben die Ruinen Siziliens den Reisenden die seltene Gelegenheit zu einer unmittelbaren Begegnung mit der griechischen Antike. In Palermo gründete Giuseppe Incorpora (1834-1914) um 1860 ein Fotostudio, das über mehrere Generationen Bestand hatte. Neben Palermo entwickelte sich Taormina im ausgehenden 19. Jahrhundert zu einem Zentrum der sizilianischen Fotografie. 1875 eröffnete Giuseppe Bruno (1836-1904) hier sein Atelier. Von Bruno erlernten Giovanni Crupi (1851-1925) und der aus Mecklenburg stammende Wilhelm von Gloeden (1856-1931) die Grundlagen der Fotografie. Gloeden wurde mit seinen Landschaftsaufnahmen und antikisierenden Aktstudien in den Jahren um 1900 zu einem der bekanntesten Fotografen in ganz Europa.
>> Diese Sammlung ist Teil der Sammlung "Fotografie in Italien: Die Sammlung Dietmar Siegert" im Bestand der Neuen Pinakothek und der Bayerischen Staatsgemäldesammlungen.
Versione in italiano
Fotografia nell'Italia meridionale: la collezione di Dietmar Siegert alla Neue Pinakothek
Napoli e l'Italia meridionale erano destinazioni turistiche apprezzati, la cui popolarità è cresciuta costantemente nel XIX secolo. Napoli, una delle metropoli più popolose d'Europa, era considerata l'epitome della vita vibrante sotto il sole dell'Italia meridionale. Le scene di vita quotidiana nei vicoli della città, gli scatti dei venditori ambulanti e dei lazzaroni divennero un genere di successo della fotografia di souvenir. I dintorni di Napoli erano famosi per la loro bellezza paesaggistica. La fotografia continuò la tradizione della pittura veduta del XVIII secolo e la sostituì sempre più con immagini ricordo attraenti per i turisti, prodotte in grandi quantità e quindi accessibili a una più ampia gamma di acquirenti.
Le prime fotografie di Napoli e della Sicilia furono scattate da viaggiatori come gli inglesi Calvert Richard Jones (1804-1877) e George Wilson Bridges (1788-1863). A partire dagli anni Cinquanta dell'Ottocento, molti fotografi si stabilirono definitivamente a Napoli. Lo studio di maggior successo fu fondato nel 1857 da Giorgio Sommer (1834-1914), proveniente da Francoforte sul Meno. Sommer documentò gli scavi di Pompei nelle principali campagne e gli oggetti del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, che ospita i reperti delle città vesuviane e le famose sculture antiche della collezione Farnese. Robert Rive (1817-1868), nato a Breslau, si stabilì a Napoli negli anni Cinquanta dell'Ottocento insieme al fratello Julius Rive (1828-1888). Rive gestì uno dei primi studi fotografici a produrre fotografie di tutte le regioni d'Italia, dalla Lombardia alla Sicilia.
Come i templi di Paestum, le rovine della Sicilia offrivano ai viaggiatori la rara opportunità d´un´ incontro diretto con l'antichità greca. A Palermo, Giuseppe Incorpora (1834-1914) fondò intorno al 1860 uno studio fotografico che persistette per diverse generazioni. Accanto a Palermo, Taormina si sviluppò come centro della fotografia siciliana alla fine del XIX secolo. Giuseppe Bruno (1836-1904) aprì là il suo studio nel 1875. Giovanni Crupi (1851-1925) e Wilhelm von Gloeden (1856-1931), originario del Meclemburgo, appresero da Bruno le basi della fotografia. Gloeden divenne uno dei fotografi più famosi in Europa intorno al 1900 con le sue fotografie di paesaggio e gli studi di nudo in stile antico.
>>Questa collezione fa parte de "Fotografia in Italia: la collezione di Dietmar Siegert" della Neue Pinakothek e delle Bayerische Staatsgemäldesammlungen.